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Primo articolo sui fondamenti di questa nuova professione, la Consulenza Filosofica. La sua storia e la dimensione del “Con-filosofare”.
La Consulenza Filosofica (CF) si configura come una libera professione nell’ambito della quale un filosofo consulente presta servizi a persone e/o organizzazioni. Sulla scorta di “forme di sapere” e orientamenti di matrice filosofica. Così, la filosofia smette di essere una disciplina scolastica e accademica o una passione personale. In tal modo prende coscienza di sé e si struttura come pratica socio-culturale operante nel mondo!
Giacché si tratta di una professione ancora relativamente poco nota, la collega con la quale divido la conduzione di questa rubrica e io abbiamo pensato di dedicare i primi articoli a fornirne, ai lettori interessati, i lineamenti fondamentali. Naturalmente per come li intendiamo, coltiviamo, pratichiamo e continuamente ricerchiamo noi.
Storia e caratteristiche fondamentali della pratica filosofica
Chi si è occupato del tema sa che un uso pratico della filosofia si riscontra in molteplici epoche. Infatti, con la dovuta prudenza e umiltà, potremmo pensare all’ellenismo romano come al periodo di massima applicazione di tale uso e a Socrate come a un filosofo pratico ante litteram. Tuttavia, l’inquadramento storico ufficiale della Consulenza Filosofica è da collocarsi nella Germania del secolo scorso, quando il filosofo Gerd Achenbach aprì vicino a Colonia il primo studio ufficiale di philosophische praxis (1981).
Nel giro di una decina d’anni la pratica filosofica prese piede negli USA, in Israele e in altri paesi d’Europa. Dall’inizio del Duemila anche in Italia vengono istituiti i primi Master universitari e si costituiscono le prime associazioni professionali di categoria inquadrate secondo i dettami della 4/2013, la legge che disciplina e tutela l’esercizio delle libere professioni non regolamentate da albo statale.
E dunque cos’è una pratica filosofica?
Secondo il fondatore Gerd Achenbach «un libero dialogo» che
«non prescrive alcun filosofema, non somministra alcuna conoscenza filosofica; piuttosto, essa mette in movimento il pensiero nel senso del “filosofare”».
Il Centro di Ricerca sull’Indagine Filosofica (CRIF) nel suo preziosissimo sito web parla di «un tempo e uno spazio dedicati al “confilosofare” [grassetto mio]. Tale formula fonde felicemente l’esercizio della filosofia come azione attiva e la dimensione di comunità in cui fiorisce questo particolarissimo “fare”.
Filosofare: quando il pensiero dà sapore alla vita
Pensare insieme, dunque. Rimettere in movimento il pensiero con spirito filosofico: spirito di indagine e ricerca libero, razionale, sincero, autentico. Condito di cuore e passione, giacché com’è noto philo-sophia significa “amore per la sapienza” e la parola sapienza viene dal verbo latino sapere cioè “aver sapore”.
Vien da sé, pertanto, che il filosofare non ha nulla a che vedere con l’erudizione e che la conoscenza della letteratura filosofica, indispensabile per diventare docenti o scrittori di filosofia, non è necessariamente richiesta a chi voglia “solo” filosofare.
Per filosofare basta molto meno. Ovvero, molto di più. Nella pratica filosofica non si tratta di conoscere quanto piuttosto di essere e di volontà di essere.
Tra vita (l’esistenza concreta delle persone) e pensiero corrono relazioni e reciproche influenze che contribuiscono a determinare qualità e possibilità dell’esperienza quotidiana di ciascuno. Già solo questo semplice dato di fatto sfiora questioni dirimenti per la nostra vita personale e associata ed è uno dei temi cardine di tutta la filosofia della conoscenza di matrice occidentale.
Propongo dunque fin d’ora al lettore che vorrà continuare a seguirci per saperne meglio e di più di esercitarsi a distinguere “il Mondo oggettivo” – che riguarda comunemente tutti – dalle “visioni del mondo”, che riguardano in maniera peculiare e soggettiva il singolo. Visioni del mondo che sono con noi, più o meno molteplici, confuse o contraddittorie; che abbiamo appreso in famiglia, a scuola, nella vita professionale. Visioni del mondo connaturate alla dimensione dinamica della nostra stessa esistenza.
E se filosofare è anche prendersi cura del modo con il quale ci pensiamo e pensiamo il mondo, allora pensare bene equivarrà, in certa misura, a vivere bene. Di conseguenza, il ben-essere come ricerca passa anche per quel pizzico di sale sparso nell’esistenza che è il filosofare della pratica filosofica.
Una prima definizione “pratica” di Consulenza Filosofica
La Consulenza Filosofica è quella pratica filosofica dove la dimensione del confilosofare si sviluppa in due (il filosofo consulente e il suo ospite/consultante). Al più, in ambiti molto ristretti (coppie o piccoli gruppi).
Ancora al sito del CRIF attingiamo, per le qualità di chiarezza e concisione, un’efficace descrizione operativa:
«l’attività del consulente filosofico consiste di conversazioni, discussioni filosofiche autonome, non necessariamente individuali, su qualunque problema o argomento di cui desideri parlare il consultante. Soprattutto nel rapporto uno-a-uno, si tratta di stimolare, incoraggiare l’ospite a esplorare, insieme, le proprie opinioni a un livello più profondo. A vedere più chiaramente le conseguenze delle sue convinzioni, a meglio riconoscere i pre-giudizi personali per ciò che essi sono o a considerare i potenziali vantaggi di altri punti di vista. Pare non vi siano risposte pre-confezionate alle questioni che l’esistenza e la co-esistenza continuamente ci pongono. E i consulenti filosofici, in genere, anziché pretendere di porre fine alla ricerca intrapresa dal consultante, preferiscono riferirsi alla loro attività in termini di “orientamento”, “guida”, “accompagnamento” e simili» [grassetti miei].
Diciamolo a mo’ di aforisma: il filosofo consulente non è l’esperto che vai cercando, è il compagno di viaggio che non ti aspetti!
Congedo provvisorio
Se, poi, vi state ponendo domande quali:
- “Cosa significa effettivamente ‘filosofare’ per non esperti in filosofia?”.
- “Qual è la relazione tra la Consulenza Filosofica e altre professioni che entrano in relazione con la mente degli esseri umani (in particolare la psicologia)?”.
- “Cosa succede effettivamente durante una seduta di consulenza filosofica?”.
- E infine: “Perché, dopo tutto, rivolgersi a un consulente filosofico?”.
La sola risposta che posso darvi qui è: continuate a seguirci. Il meglio deve ancora arrivare.
4 thoughts on “Prima risposta alla domanda: “Cos’è la Consulenza Filosofica?””
Pragma
(21 Marzo 2018 - 18:38)Il nostro commento all’articolo: http://www.pragmasociety.org/taralluccievino
Federico Levy
(25 Marzo 2018 - 19:46)Gentili colleghi di Pragma,
ho avuto modo di leggere il vostro articolo di commento/precisazione al mio.
Com’è naturale, speravo di ottenere qualche commento in calce all’articolo ma devo riconoscere che non ambivo a catturare addirittura l’attenzione di illustri colleghi di fama nazionale come voi, per di più conquistandomi un giudizio profondamente critico e l’opportunità di un dibattito sulla natura della nostra… “esigentissima professione”, per dirla con Achenbach. Per me, giovane filosofo e consulente, è un’occasione più unica che rara per misurare il mio punto di vista sulla professione del Consulente Filosofico, a lungo meditato e così distante dalle vostre argomentazioni. Che, pure, commento con timore e tremore, considerata la portata ragguardevole dei temi che sollevate. Per amore della filosofia e di questa esigentissima professione sono a esprimere alcune perplessità sul contenuto e sullo stile delle vostre argomentazioni, in una nota che, qualora vogliate, potrete leggere qui:
http://www.facebook.com/notes/federico-levy-consulente-filosofico/lettera-aperta-ai-colleghi-di-pragma/1865395273757921/
Grazie per l’attenzione
Federico
ANTI PRAGMA
(26 Marzo 2018 - 13:37)Sterile, triste e molto pretestuoso commento pubblicitario…….
Vi siete solo fatti pubblicità richiamando al vostro pomposo e fumoso sito . Legge 4/13 !!! Tutto il mondo critica questa farraginosa legge e voi state facendo di tutto per fare appello alla legge 4/13 ?
Complimenti per la grande professionalità.
Mi raccomando fate un altro lunghissimo e poco seguito commento lanciato solo ed esclusivamente dal vostro sito ( che non leggerò mai) cosi che continui il dibattito !!!!
Pragma
(4 Aprile 2018 - 22:22)Chi è “Anti” senza firmarsi è una povera persona, vile e senza identità. Sappiamo chi sei.. tanta compassione proviamo per te. Poverino.