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Viaggio nella multietnica Sicilia, teatro di incontri fra diverse culture, e terra natale delle “maschere” di Pirandello e delle “fotografie” di Verga.
Per la seconda tappa, la rubrica Itinerari d’Autore approda in Sicilia.
Separata dalla Calabria per merito dell’omerico stretto di Scilla e Cariddi (Stretto di Messina) citato nella meravigliosa Odissea, questa regione è considerata il centro del Mar Mediterraneo.
Crocevia di molte culture, ha iniziato a mostrarsi al mondo durante la colonizzazione greca. Non a caso la mistica valle dei templi di Agrigento è testimonianza immortale della Magna Grecia.
Taormina invece è un museo a cielo aperto che conserva il ricordo del dominio romano.
Palermo è testimonial dell’incrocio fra le culture Normanna e musulmana.
Questo mix ha dato vita a ricette e alimenti che rendono la cucina della Sicilia unica al mondo: Cannolo, Arancino e il pistacchio di Bronte sono solo alcuni prodotti tipici.
Anche in letteratura la Sicilia vanta una biblioteca unica al mondo e ha dato origine ad autori che tutt’ora diffondono
il loro verbo in Italia.
Fra i tantissimi nomi ho scelto due miti che personalmente considero miei maestri spirituali.
Le “Maschere” di Luigi Pirandello.
Nella splendida Valle dei Templi, dove i Greci diffondevano la loro arte del Teatro, nasce il sommo maestro Luigi Pirandello.
Le sue opere raccontano un’incessante ricerca dell’io sia dal punto di vista individuale che nel contesto sociale in cui vive.
Volendo associare l’opera pirandelliana ad un prodotto tipico della Sicilia userei senza ombra di dubbio l’Arancino (o arancina per non offendere i palermitani). Questo prodotto infatti mentre all’esterno è ricoperto da una impanatura fritta, il ripieno nasconde un’esplosione di sapori che rievoca gli spettacoli dell’Etna.
I personaggi di Pirandello sono espressione della vita intesa come teatro. Ogni essere umano pur avendo una sua personalità, in realtà viene ricordato dagli altri solo per come si pone e per ciò che riesce ad offrire.
Siamo come maschere di burattini che indossiamo per qualsiasi circostanza.
Vincitore del premio nobel per la Letteratura nel 1934, celebri sono opere come Sei Personaggi in cerca di Autore, Uno, Nessuno, Centomila, e il Romanzo Il fu Mattia Pascal che racconta il dualismo di un uomo col suo desiderio di voler cambiare la sia vita apparente per poi finire comunque a rivivere le sue condizioni seppur in un’altra situazione.
Le “Fotografie” di Giovanni Verga.
Solitamente il Cannolo di Sicilia è classificato come un dolce, anche se la sua realizzazione richiede procedimenti e ingredienti associati alla cucina salata. Questo sapore agrodolce è anche il tocco di classe che fa di Giovanni Verga il maggior esponente del realismo letterario italiano.
Il Verismo ( variante verghiana del realismo ) racconta l’impossibilità delle persone di poter migliorare la loro condizione sociale a causa della scarsa o nulla possibilità di poter usare mezzi e metodi adatti a cambiare le proprie sorti.
I capolavori verghiani sono veri e propri ritratti di una Sicilia rustica che si mostra al mondo civilizzato del progresso industriale.
Spesso le opere di Verga creano un’aspettativa illusoria che vede i protagonisti impegnarsi ad imbrogliare la loro realtà, fin quando l’amarezza della vita riporta alle proprie origini con la consapevolezza di aver perso tutto ciò che si era investito per un mero successo.
I Malavoglia, Mastro Don Gesualdo, Novelle rusticane, sono solo alcune gemme preziose del patrimonio verghiano.
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