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Nasce tra i fornelli di famiglia il grande amore per la cucina di Patrizia Di Benedetto. La chef e patron del Bye Bye Blues si racconta.
Non è un caso forse che la storia professionale della chef Patrizia Di Benedetto cominci proprio in una delle località marinare più intense della Sicilia. Sto parlando di Mondello, cornice incantevole di eventi e balneazione che rappresenta l’anima più ”azzurra” dei palermitani.
La storia che vi voglio raccontare oggi è fatta di impegno e determinazione. Ma soprattutto di discrezione ed eleganza. E’ la storia di una donna forte che nel 1991 decide di abbandonare la scrivania ed un lavoro convenzionale di amministrazione e si lancia in una direzione mai immaginata, fino a quel momento. Succede, per caso, che all’inizio degli anni novanta, Patrizia Di Benedetto ed il suo compagno, Antonio Barraco che ha già maturato una buona esperienza come sommelier, rilevano il Bye Bye Blues. Il locale, incastonato nei vialetti alberati dell’interno mondellese, si trova a pochi passi dal viale Regina Margherita che porta fino alla spiaggia.
All’inizio Patrizia pensa di doversi occupare solo della parte di sua competenza, l’amministrazione appunto. Ma ben presto farà il salto che lei racconta come un vero ”atto di incoscienza” e lì accade qualcosa di prodigioso.
Che cosa succede esattamente?
“Succede che comincio a vivere la mia più grande passione” – risponde Patrizia – ” fino a quel momento vissuta solo a casa. Comincio a cucinare per gli altri, intesi come altro dalla mia vita privata. Fino ad allora avevo sempre preparato ricette della nostra tradizione, insieme alle donne della mia famiglia, per la mia famiglia. Non avevo mai pensato prima di potermi cimentare in modo professionale. Di farne un lavoro, una professione.”
E invece è accaduto e con ottimi risultati. La chef Di Benedetto ha ottenuto grandi riconoscimenti in tutto il corso della sua carriera, fino alla stella Michelin nel 2010, unica stella palermitana, prima donna siciliana approdata a questo ambìto traguardo.
Come definirebbe la “sua cucina”?
“La mia é una cucina decisamente femminile” – afferma – “e per femminile intendo una cucina fatta d’istinto, di sentimento, di creatività. Una cucina d’impatto insomma.”
Mi fermo a riflettere su quest’ultima affermazione e ho immediatamente una sensazione di forte contrasto che mi spiegherò solo dopo. Ci ripenso nei giorni successivi al nostro incontro, a mente fredda, e mi rendo conto che il contrasto è dato da quelle parole tanto appassionate. Parole pronunciate da una donna che ha un aspetto calmo, quasi flemmatico. Il contrasto che rimanda subito ad una autentica sicilianità. Una sicilianità che ritorna ancora nelle parole di Patrizia Di Benedetto quando parla di tradizione culinaria, fortemente impressa ancora nel suo lavoro di oggi, per quanto mescolata a nuove esperienze, a nuove conoscenze acquisite in tanti anni di esperienza sul campo – anche fuori dall’Italia – e di formazione continua. Mi sorprende piacevolmente.
A proposito di cucina al femminile, che cosa significa oggi per una donna essere chef?
“Oggi è più facile perché é diventato un pò più comune. Ventisette anni fa, quando cominciai io, era davvero insolito. Le donne non stavano in cucina nei ristoranti. Poteva capitare nelle trattorie, certamente. Quelle a conduzione familiare. Ma l’alta ristorazione era affidata, quasi esclusivamente, agli uomini. All’inizio è stato difficile, facevo fatica. Ma col tempo sono riuscita ad assumere il mio ruolo sempre con maggiore fermezza e gli altri, uomini compresi, si sono via via adeguati.” – e continua – “Di contro, gestire una cucina anche grande ed impegnativa per una donna forse è più istintivo, più naturale. Noi donne siamo abituate biologicamente a nutrire e a mandare avanti intere famiglie, a far crescere i figli anche attraverso la cura che mettiamo quando prepariamo da mangiare.”
Cosa vuole raccontarci del suo menu e delle materie prime che utilizza?
“Il nostro menu cambia quattro volte all’anno, insieme alle stagioni, proprio perchè le materie prime utilizzate sono sempre quelle del territorio, quindi “Km 0″. Un aspetto al quale teniamo moltissimo poichè la freschezza è qualità. Vale per i prodotti della terra quanto per le carni ed il pesce.”
Quanto conta un buon vino a tavola?
“Conta quanto le pietanze stesse: un buon vino e il suo accostamento col piatto possono esaltare o rovinare del tutto un pasto.”
Su questo non ha dubbi. E del resto la cantina a vista, curata personalmente da Antonio Barraco, parla da sola ed è una vera gioia per chi entra all’interno di questo spazio ben curato ed elegante che è il Bye Bye Blues.
Da dietista non resisto: faccio l’ultima domanda alla quale la chef Di Benedetto risponde con un sorriso.
Se dovesse consigliare un cliente che non desidera eccedere con le calorie, che cosa gli indicherebbe del suo menu?
“Consiglierei il nostro pesce crudo come antipasto, accompagnato dalla marmellata di limoni al miele di zagara, rigorosamente preparata da noi. E ancora del pesce come seconda portata, ad esempio la nostra mupa, marinata al miso, mandorle e melanzane affumicate agli agrumi e poi” – esita per qualche secondo – “sì, poi proporrei un dolce. Lo so quello, dal punto di vista dietetico, é il punto debole del mio menu. Ma del resto, fino ad ora, gli ho proposto solo pesce. Magari la nostra ”fantasia di cioccolato”, perchè no?”
Penso a questo suo ”punto debole”, la pasticceria, che nel ’97 le fece guadagnare il premio della guida de L’espresso per la migliore pasticceria da ristorazione d’Italia. Ne sono certa: il mero calcolo delle Kcalorie può essere rimandato a domani. Il dolce di Patrizia Di Benedetto va assaporato, proprio nell’ottica del benessere a 360°!
Contatti: www.byebyeblues.it – Ristorante Bye Bye Blues – Mondello
Maria Sutera
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